BUON COMPLEANNO VENEZIA!
Avresti bisogno di un regalo: Sostenibilità
Parole, parole, parole … Tutti ne parlano, ma poi?
Limitatamente alla nautica, sostenere il progetto del WC ecologico porterebbe ad un cambio
epocale. Di sanità, d’igiene, d’ecologia e di decenza. Raggiungere questi obiettivi sarebbe già al di sopra di tutte le aspettative.
Ma se estendiamo il concetto che presiede al principio caratterizzante del WC
ecologico alle problematiche profonde ed irrisolte di Venezia, capitale mondiale
della sostenibilità, questo slogan assumerebbe un senso e non rimarrebbe limitato ad una vuota dichiarazione di buoni propositi.
La sostenibilità per Venezia si potrebbe attuare con tre progetti, tre occasioni ghiotte:
La prima è sostenere (guarda caso) la realizzazione del WC ecologico che tanto bene può fare a Venezia.
Non c’è città dove la sua applicazione sia più appropriata.
Venezia ha grossi problemi di fognature. Nell’area più antica poi è impossibile realizzarle.
Ed in tante case antiche è impossibile istallare servizi igienici mentre nei bar, nei ristoranti, quelli che sono istallati non riescono a fornire nemmeno la parvenza della pulizia, dell’igiene, della sanità, aspetto che si propaga e si amplifica all’esterno con le Fosse settiche, Fosse Imhoff …. e il resto nei canali. Soluzioni obbligate che offendono Venezia. Soluzioni che sporcano l’eterea rappresentazione di Venezia.
Con l’umile WC ecologico questo non succederebbe più: niente reflui ed un enorme risparmio di acqua potabile. Clienti soddisfatti e gestori che non devono continuamente pulire, pure.
La seconda, più ardita. L’umido generato dai resti di cucina dei ristoranti e alberghi e accatastato in attesa dell’operatore ecologico, emana spaventosi odori di pesce marcio ed altro, che contrastano con l’immagine romantica della città. Usare il WC ecologico, o una sua controfigura, che insacchetti tutto ed impedisca l’emanazione degli indesiderati aromi di cui sopra. Con questo sistema si potrebbero perfino ridurre la frequenza di raccolta.
La terza. Costruire un grande impianto di lombricoltura meccanizzato, naturalmente fuori Venezia, per completare il ciclo dell’economia circolare, al quale far affluire assieme le due componenti sopraddette e lasciarle maturare; una volta mature l’aggressione dei lombrichi trasformerà tutto il trasformabile in compost. La setacciatura finale dividerà automaticamente il compost dall’indifferenziata, dove si raccoglierà tutto ciò che non doveva essere messo: assorbenti, ossa, scatolette di tonno e sacchetti di plastica, graspi ecc… che avvieremo all’indifferenziato.
Ovviamente bisognerà legiferare per consentire l’accatastamento di umido, deiezioni, sacchetti di plastica compostabile. Non dovrebbe essere un problema perché c’è un precedente in Toscana.
E’ tutto materiale biologico che si recupera nel migliore dei modi e si divide facilmente dal resto.
Indubbiamente l’impianto in oggetto sarà oneroso, ma fornirà lavoro ed utili, trasformerà uno spreco in risorsa redditizia. L’essenza della sostenibilità.
Se questo semplice, ma articolato progetto si attuasse, raggiungeremmo il risultato seguente:
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Abbiamo soddisfatto i clienti dei servizi pubblici che trovano un WC amico.
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Abbiamo soddisfatto i gestori che non devono più pulire né sanificare.
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Abbiamo migliorato enormemente i servizi igienici e sanitari privati, pubblici, comunali.
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Abbiamo risolto il problema dei reflui ed il relativo inquinamento acqueo dei canali.
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Abbiamo ridotto enormemente il prelievo di acqua potabile.
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Abbiamo risolto il problema dell’aere ammorbato dai rifiuti.
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Abbiamo risolto il problema dei Boat & Breakfast e quello dei Bed & Boat e probabilmente quello di tutte le imbarcazioni che navigano e che scaricano in porto.
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Abbiamo recuperato un compost di prima qualità
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Abbiamo minimizzato la partizione dell’indifferenziata
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Abbiamo ridotto la frequenza di raccolta.
E chissà quanti ancora. Nel segno della sostenibilità
Per Venezia, sempre più offesa da liquami e porcheria varia, sarebbe il più bel regalo per i suoi 1600 anni!
E a ragione Venezia potrebbe rivendicare il titolo di “Capitale mondiale della sostenibilità”
Non sarebbe il caso di inserire questi progetti concreti nei piani ipotizzati sotto.